Pilates e Mc kenzie... due metodi di cura per la schiena a confronto
Pilates
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il metodo prende il suo nome dal suo ideatore Joseph Hubertus Pilates ed è un sistema di allenamento sviluppato all'inizio del '900
Nato nel 1889 nei pressi di Düsseldorf da genitori di discendenza greca e tedesca, Joseph Hubertus Pilates si convinse che il moderno stile di vita, la pessima postura e la respirazione inefficace fossero le cause di una salute precaria.
Suo padre era un ginnasta di origini greche vincitore di premi e sua madre una naturopata di origini tedesche. Originariamente il suo nome veniva pronunciato seguendo la derivazione greca di "Pilatu" ma poi venne cambiato in "Pilates". Questo causò a Joseph bambino molta pena perché i bambini più grandi lo sbeffeggiavano chiamandolo "Ponzio Pilato, l'assassino di Cristo".
Joseph da giovane soffriva di asma, rachitismo e febbre reumatica. Per superare sia gli effetti di questa salute precaria sia lo sbeffeggiamento degli altri bambini, studiò culturismo(fu chiamato come modello per tavole anatomiche), tuffo, sci e altre tecniche di ginnastica e sviluppò una serie di esercizi.
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Pilates si trasferì in Inghilterra nel 1912 e lavorò come pugile, circense e allenatore per la difesa personale dei detective inglesi e inizia a costruire molti apparecchi per la riabilitazione Quando, durante la Prima guerra mondiale, fu internato in un campo di prigionia a Lancaster con altri tedeschi come "nemico straniero", Pilates passò il tempo a sviluppare ulteriormente i suoi esercizi tecnici e prosegui’ a costruire apparecchi per la riabilitazione
Nel 1926 emigrò a New York e fondò uno studio con sua moglie Clara, insegnando esercizi a diversi danzatori inclusi Martha Graham e George Balanchine come pure ad attori e atleti.
Inventò anche un macchinario per esercizi da attaccare con delle molle ai letti di ospedale per pazienti immobilizzati.
Conosce Rudolph von Laban – che sviluppa il metodo Pilates nella Labanotation –tipo di balletto mondo della Danza .
Il Pilates entra nel mondo della Danza ,al punto di relazionarlo ad un modo di balletto .
Pilates ha chiamato il suo metodo Contrology, con riferimento al modo in cui il metodo incoraggia l'uso della mente per controllare i muscoli. È un programma di esercizi che si concentra sui muscoli posturali, cioè quei muscoli che aiutano a tenere il corpo bilanciato e sono essenziali a fornire supporto alla colonna vertebrale. Il metodo è indicato anche nel campo della rieducazione posturale. In particolare, gli esercizi di Pilates fanno acquisire consapevolezza del respiro e dell'allineamento della colonna vertebrale rinforzando i muscoli del piano profondo del tronco, molto importanti per aiutare ad alleviare e prevenire mal di schiena.
Con questo metodo di allenamento non si rinforzano solo gli addominali ma si rinforzano anche le fasce muscolari più profonde vicino alla colonna e intorno alle pelvi. Il punto cardine del metodo è la tonificazione e il rinforzo del Power House, cioè tutti i muscoli connessi al tronco: l'addome, i glutei, gli adduttori e la zona lombare. Gli esercizi che si eseguono sul tappetino (Pilates Mat Work) devono essere fluidi e perfettamente eseguiti, devono inoltre essere abbinati ad una corretta respirazione.
Mat Work. Il nome deriva dal fatto che gli esercizi vengono eseguiti a corpo libero su di un materassino ( "mat" ).
Il Mat Work racchiude un programma a sé stante di ginnastica globale. Tale programma è facilmente memorizzabile e permette quindi un allenamento realizzabile senza assistenza.
Gli esercizi del Mat Work coinvolgono tutta la muscolatura, mantenendo la coordinazione e l’elasticità di gruppi muscolari che, per lungo tempo, non sono stati usati in modo corretto.
I movimenti del Mat Work sono da considerarsi come compendio al lavoro in generale. Il corpo deve essere mantenuto efficiente nella sua globalità e quindi, un lavoro che gli permetta una mobilizzazione totale, è quanto di meglio si possa proporre.
Nasce il Universal Reformer ,attrezzo che e’ parte centrale della metodica
Si realizza un lavoro muscolare non solo segmentario ,ma di coordinazione di tutte le regioni corporee .
Si utlizzano tutti i piani spaziali .
Il lavoro e’ spesso in scarico di colonna .
Il Fkt con Universal Reformer ottiene una precoce mobilizzazione dell’arto da riabilitare ,in qualsiasi situazione si trovi ,anche se non puo’ stare in piedi .
Si posono realizzare agli attrezzi tutte le modalita’ di cntrazione eccetto l’isocinetica .
Esercizi realizzabili sia in contrazione e estensione .
Esercizi adattati alle esigenze specfiche specie per la colonna.
Metodica in accordo con fisiologia e biomeccanica .
Ottima per una preparazione muscolare prima e dopo intervento chirurgico .
SVILUPPO DELLA TECNICA
Muore Pilates tra i suoi Allievi a New York negli 50 Carola Trier apre un centro .
Successive figure si avvicendano fino a ll’avvento Ron Fletcher –Ballerino conia il The Ron Fletcher Work ,che e’ una rivisitazione del metodo .Anni 70 .
da allora si succedono molti allievi ,molti indirizzi ,come il core Dynamics Plus , Body Control , Stott Pilates , Balanced Body .
(In Italia ,Anna Maria Cova ,da’ origine sulla linea dell’espeienza A New York , da’ origine al Metodo Cova Tech Pilates ) Si tratta, comunque ,di vari sviluppi, sempre pero ‘ nel rispetto di tecniche posturali statiche con movimenti dinamici .
(Es.il Pilates with Tender Ball –esercizi a corpo libero con una palla ,Pilates in Smile ,distensione dei tratti del volto per ritrovare il benessere psico-fisico .)
PILATES LA NUOVA GINNASTICA DEL 2000
Gli esercizi Pilates fanno :Acquisire consapevolezza del respiro e dell’allineamento della colonna .rinforzando i mm.del piano profondo del tronco –che prevengono il mal di schiena .
All’opposto del Body Building la tecnica si basa sul miglioramento della fluidita’ dei movimenti .
E’ un coordinamento fisico –mentale ,basato su CONCENTRAZIONE , CONTROLLO ,STABILIZZAZIONE ,Fluidita’ dei Movimenti
BENEFICI DEL METODO
Migliora forza e tono muscolare senza aumentare molto la massa muscolare .
Migliora la postura
Conferisce un ventre piatto –via la pancia .
Migliora la fluidita’ dei movimenti .
Diminuisce l’incidenza del mal di schiena ,poiche’ tende a rafforzare la massa
centrale del corpo .
Il metodo Pilates non ha marchio di registrazione per cui ogni insegnante di educazione fisica motoria lo può avvicinare al suo stile e alla sua personalità, ma si deve rifare ai principi basilari del Pilates che sono sei:
1.la Respirazione sempre ben controllata e guidata dall'aiuto dell'insegnante come nella pratica dello Yoga (nello specifico nel Pilates si inspira nel cominciare l'esercizio e nel momento dello sforzo maggiore si espira, a differenza dello Yoga, si inspira con il naso e si espira sia con il naso che con la bocca e per ogni esercizio vi è un preciso ritmo);
2.il Baricentro, sinonimo di Power House, visto come centro di forza e di controllo di tutto il corpo;
3.la Precisione, ogni movimento deve avvicinarsi alla perfezione, un lavoro a circuito chiuso dove l'insegnante deve avere continui feedback dall'allievo;
4.la Concentrazione, massima attenzione e concentrazione in ogni esercizio, la mente deve essere il supervisore per ogni singola parte del corpo;
5.il Controllo, controllo su ogni parte del corpo, non si devono effettuare movimenti sconsiderati e trascurati;
6.la Fluidità, questo principio è la sintesi di tutti i concetti precedenti
CRITICHE AL PILATES
Non documentato da una validazione scientifica consistente .
Lavoro prevalentemente anaerobico .
Cura equilibrio e fluidita’ poco la propriocettivita’.
Troppo marketing intorno al sistema .
Terapia Meccanica di McKenzie
Quando IL medico dice ad un paziente che ha una protrusione del disco intervertebrale o peggio ancora un ernia del disco , lui sarà convinto per tutta la vita che quello è il problema alla base di tutti i suoi dolori di schiena
In realtà ci sono studi scientifici pubblicati nelle più importanti riviste di medicina che mostrano l'alta percentuale di soggetti sani con ernia o protrusione discale, circa l'80%.
In rari casi l'ernia comprime il nervo e ne compromette la funzionalità.
Il metodo di Diagnosi e Terapia Meccanica Mc Kenzie è un ottima terapia per il dolore lombare, cervicale e dorsale e intercostale anche irradiato verso l'arto superiore, inferiore
QUESTO METODO HA UN GRANDE MERITO : scientificita’ del programma , visto il gran numero di studi fatti su questo argomento
IL Fisioterapista Robin Mc-kenzie negli anni 50 esercitava privatamente in Nuova Zelanda ,trattando Mr.Jones affetto da una patologia di ginocchio lo aveva visitato stava seguendo una terapia di ionoforesi da tre settimane senza risultato, a fine trattamento Mckenzie ordino’ a Mr.Smith lombalgico di accomodarsi su un lettino in un altra stanza Questo lettino aveva lo schienale alzato, ma Smith si sdraiò senza abbassarlo, quindi con la schiena inarcata all'indietro Dopo un quarto d'ora arrivò Robin Mc kenzie stupito dalla posizione assunta dal paziente e gli chiese come si sentiva, questo rispose che il forte dolore era sparito. Mr.Smith non aveva dolore alla gamba ma solo alla schiena .
Da quel giorno sviluppò questo metodo che ora si segue in tantissime nazioni al mondo
Per McKenzie la terapia meccanica si basa principalmente sull'educazione del paziente e sull'autotrattamento.
L'efficacia della terapia dipende dall'accuratezza della diagnosi meccanica, essa si avvale della raccolta della storia del disturbo ponendo opportune domande al paziente, viene chiarito: da quanto tempo è presente il disturbo al fine si capire se lo stesso si trova in fase acuta, subacuta o cronica, la localizzazione dei sintomi, quali posizioni o movimenti e attività influenzano in meglio o in peggio o non hanno effetto sul disturbo. Si cerca di trovare un sintomo guida il quale serve come riferimento In questo contesto risulta importante il Fenomeno visto da Donelson su Spine 1990 .IL dolore si porta dalla gamba alla colonna .
La possibilita’ di centralizzare indica ottima prognosi per la risoluzione del quadro
Si è accertato che nella maggioranza dei pazienti (90%) è ignota la struttura che causa i sintomi. Risulta pertanto necessario un metodo alternativo per la classificazione dei pazienti.
McKenzie classifica i pazienti in tre sindromi, sulla base del meccanismo di produzione del dolore. Le tre sindromi hanno poi ulteriori suddivisioni al loro interno, in base alla localizzazione del dolore ed alla presenza od assenza di deformità spinale acuta. La diagnosi si raggiunge attraverso un’accurata anamnesi e l'analisi dell'effetto di movimenti ripetuti e di posizioni mantenute sul quadro doloroso del paziente.
Le 3 sindromi Algiche
La Posturale
La Disfunzionale
Da Derangement
Si basa sull’ipotesi che il dolori derivi da una deformazione dei tessuti molli sufficiente ad attivare il sistema nocicettivo
SDR POSTURALE
La sindrome posturale è presente in pazienti con età minore di 30 anni, causato dal mantenimento di posture scorrette che mettono in tensione i tessuti molli.
(infatti in genere questo dolore è causato da una posizione seduta con la testa in avanti, ipercifosi dorsale e ridotta lordosi lombare.)
il Dolore è prodotto dalla deformazione meccanica dei tessuti di sostegno –probabilmente legamenti, causato dal mantenimento di un carico statico a fine corsa articolare e si manifesta se il soggetto mantiene a lungo questa posizione estrema con dolore locale .Cessa al cambio di posizione e non e’ dovuto a lesioni dei tessuti (Es ,dito iperesteso diventa dolente quando i tessuti incominciano a soffrire allo stesso modo c'è sviluppo di dolore per flessione prolungata del rachide lombare)
I soggetti interessati da questa sindrome hanno uno stile di vita sedentario oppure praticano sport e appena finiscono l'attività si mettono in pessime posizioni (stravaccati).
Dopo l'attività fisica è più facile avere questo disturbo perché i tessuti sono facilmente deformabili.
A riposo i pazienti non avvertono sintomi.
La terapia consiste nella correzione posturale, esercizi da svolgere durante la giornata e nel cambiamento di alcune abitudini del paziente (Se il dolore e’ dovuto a sTress statici in allungamento cui vengono sottoposte le strutture connettivali –il paz.deve evitare gli stress causali .Non si applicano delle forze )
SDR DISFUNZIONALE
La sindrome da disfunzione è presente in pazienti con tessuti molli retratti, cicatrici o aderenze, che in certi movimenti vengono allungati e danno una fitta o fastidio.
I sintomi sono provocati nell'ultima parte di alcuni movimenti, per esempio una disfunzione in flessione dà fastidio solo quando le ginocchia sono nella posizione più vicina alle spalle.
Il dolore non varia di localizzazione e si sviluppa solo se stira il tessuto retratto
Il dolore dev'essere presente da almeno 6 settimane.
A riposo il paziente sta sempre bene.
La terapia consiste nella ripetizione dei movimenti che provocano dolore fino a rendere i tessuti più elastici
Solo il 10-15 % delle lombalgie sono determinate da questa sindrome
Il danno tissutale c’e’ lesione cicatriziale retratta dà dolore a fine corsa , ad ogni ripetizione si risveglia il dolore che non dipende dal tempo come la precedente
I pazienti hanno alcuni tessuti retratti al punto di limitare il movimento .
Si fara’ un programma che rimodelli i tessuti retratti stirandoli con regolarita’.
Bisogna identificare la direzione che stira il tessuto per poter impostare lo schema terapeutico
SDR DA DERANGMENT
è la più diffusa e corrisponde a uno spostamento di una parte del disco vertebrale in conseguenza diuna minima lesione dell’Anulus fibrosus
Il paziente soffre di lombosciatalgia, cioè il dolore origina dalla colonna lombare e s'irradia lungo il nervo sciatico fino al piede.(il dolore si centralizza riportando il nucleo polposo in posizione )
Alcuni movimenti ripetuti e posizioni statiche migliorano i sintomi o li centralizzano, cioè se il forte dolore si estende anche all'arto inferiore con la terapia tende a scomparire su coscia e gamba pur restando nella zona lombare.
Questo è un ottimo risultato anche se il fastidio a livello della schiena aumenta di intensità, spesso accompagnato da un miglioramento dell'ampiezza del movimento.
Altri movimenti, invece, causeranno un peggioramento dei sintomi o una periferalizzazione, cioè un peggioramento del dolore all'arto inferiore oppure un'estensione verso il piede.
In quest'ultimo caso bisogna cambiare questo movimento o posizione.
infatti la maggior parte dei pazienti ottiene beneficio da posizioni ed esercizi in estensione, ma ci sono anche pazienti che peggiorano con l'estensione
TERAPIA MECCANICA La strategia di trattamento è determinata dalla diagnosi meccanica. La procedura utilizzata è una progressione di forze meccaniche che inizia con le posizioni ed i movimenti propri del paziente (forze auto-generate) e, quando necessario, prosegue con mobilizzazioni e manipolazioni eseguite da un terapista. Scopi generali del trattamento sono: a) eliminare il dolore, b) ristabilire la piena funzionalità. Per ottenere tali risultati esiste un metodo specifico per ciascuna sindrome meccanica
Si applicano delle forze a intensita’ variabile intese a correggere la cause del dolore .
Si monitorizza il dolore e la funzionalita’ .
Va trovato il movimento opposto a quello che produce lesione .
Se protusione poster.il dolore aumenta o si periferizza in flessione –all’opposto con la estensione
All’opposto se la protusione e’ anteriore .
Se e’ posterolaterale va introdotto un elemento di latero-pulsione .
Si devono mantenere a lungo le posture antalgiche
IMPOSTAZIONE DELLA TERAPIA
Esercizio unico monodirezionale .
Le forze vanno dosate
o con una postura ,in maniera dinamica con esercizi ,
o come automobilizzazione
Oppure applicate dall’esterno dal terapista come forze supplettive .
Un singolo esercizio o postura da ripetere ogni 2-3 ore .
Per 10-15 ripetizioni.
Si modifica se il dolore aumenta o periferizza .
PREVENZIONE
Il paziente deve imparare a capire ,cosa avviene alla sua colonna ,deve fare certi esercizi per ridurre il dolore ,imparare le corrette posizioni .
Il Dolore e’ il primo insegnante.McKenzie.
Autotrattamento in prevenzione di ricadute .
Per McKENZIE e’ fondamentale il mantenimento della Lordosi Lombare .
INDICAZIONI
PZ CON FREQUENTI RICADUTE
PZ CON DOLORE INTERMITTENTE
PZ CLASSIFICATI CON LA QUEBEC TASK FORCE 1 2 3
PZ CLASSIFICATI CON LA QUEBEC TASK FORCE 4 CON CAUTELA
PZ CLASSIFICATI CON LA QUEBEC TASK FORCE 7 8 9 POSSONO GIOVARSENE
CONTROINDICAZIONI
PZ CLASSIFICATI CON LA QUEBEC TASK FORCE 5 6 O 11
TUMORI
INFEZIONI DI TUTTI I TIPI
MALATTE INFIAMMATORIE IN FASE ACUTA ( AR ECC)
SINTOMI NEUROLOGICI CHE ATTESTANO IL COINVOLGIMENTO DEL SNC ( CAUDA EQUINA )
GRAVI MALATTIE DELLE OSSA ( PAGET OSTEOPOROSI )
FRATTURE LUSSAZIONI LESIONI LEGAMENTOSE INSTABILITA' VERTEBRALI
ANOMALIE VASCOLARI EMOFILIA
DIABETE AVANZATO
SINTOMI GRAVI CON PEGGIORAMENTI DOLORI E CONTRATTURE MOLTO FORTI
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CONCLUSIONI
l'approccio McKenzie è un metodo unico, che ha tre inscindibili obiettivi:
1)un sistema di classificazione meccanica (diagnosi meccanica),
2)un sistema di trattamento meccanico (terapia meccanica) Esercizio terapeutico Correzione posturale
3)ed un concetto di profilassi meccanica.( educazione e autotrattamento )
Fino a 10/20 anni fa i medici consigliavano il riposo a letto, inoltre prescrivevano il collare al collo dopo un intervento chirurgico, questi rimedi si sono rilevati controproducenti(gli studi scientifici dimostrano che il riposo a letto non migliora la sintomatologia, anzi dopo 48 ore può dare un aggravamento della sintomatologia) e oggi le terapie proposte dai medici sono basate sul movimento e sulla fisiochinesiterapia.
quindi
LA GINASTICA DI MC KENZIE Si basa su :
Educazione del Paziente .
Autoterapia.
Terapia dolore anche in fase acuta .
Atteggiamento attivo del paziente anche in fase acuta .
Cinesiterapia.
Scientificita’