La PFPSè una patologia che interessa l’articolazione tra femore e rotula, quando quest’ultima non è allineata correttamente all’interno del solco condiloideo e risulta spostata verso l’esterno.
È una sindrome molto frequente, affligge circa il 25% dei soggetti che lamentano dolore al ginocchio con incidenza maggiore nelle donne e negli sportivi.
Il sintomo principale è il dolore intorno alla rotula, soprattutto nel compartimento mediale del ginocchio, che può aumentare con attività quali la corsa, il salto, salire/scendere le scale, inginocchiarsi oppure anche semplicemente stare seduto per lungo tempo.
A questo si può aggiungere gonfiore dell’articolazione e la sensazione di cedimento o di blocco articolare.
La gestione tempestiva dei sintomi riduce il rischio di ipotrofia muscolare del quadricipite e di limitazioni funzionali dell’arto inferiore.
Escludendo eventi traumatici quali una lussazione di rotula, o anomalie strutturali come per esempio aplasia dei condili femorali, la causa scatenante di questa patologia non è ben definita.
Sappiamo tuttavia che esistono dei fattori contribuenti, ovvero situazioni che predispongono l’insorgenza della sintomatologia rotulea: alterato allineamento dell’arto inferiore, overuse, tensione o rigidità tessutali e squilibrio o debolezza muscolare.
L’osservazione dell’allineamento articolare, ad esempio, ci fornisce informazioni importanti su quale sia il distretto che contribuisce all’insorgenza della sindrome femoro-rotulea. Alterazioni anatomiche come valgismo di ginocchio, antiversione femorale, rotazione della tibia e iperpronazione del piede possono infatti indurre lo spostamento laterale della rotula e, di conseguenza, alterarne la biomeccanica.
Numerosi studi scientifici testimoniano l’importanza del vasto mediale obliquo (uno dei ventri muscolari del quadricipite) nella stabilizzazione attiva della rotula durante i movimenti.
Proprio per questo motivo la riabilitazione della PFPS, una volta superata la fase acuta, ha come obiettivo il rafforzamento del quadricipite e in particolare del vasto mediale obliquo. Si è soliti proporre esercizi di straight leg raise, leg extension, leg press e mini squat effettuati in range di movimento ben precisi, solitamente non superando mai i 45 di flessione del ginocchio.
A questo è fondamentale associare esercizi di stretching della catena muscolare posteriore ma anche del quadricipite e del muscolo ileopsoas
.La letteratura scientifica più recente ha indirizzato l’attenzione verso un approccio più globale a questa patologia, per ridurre l’incidenza e le eventuali recidive. Sono stati indagati, con buoni risultati, i miglioramenti ottenuti in gruppi di pazienti che hanno effettuato il rinforzo della muscolatura prossimale, ovvero di anca e bacino, oltre al rinforzo “classico” del quadricipite.
In termini pratici arricchire il programma riabilitativo con esercizi di rinforzo dei rotatori esterni dell’anca (piriforme, gemelli, otturatori, quadrato del femore, sartorio e grande gluteo) e dei muscoli della cosiddetta core stability (retto addominale, obliqui, trasverso dell’addome,multifidi, erector spinae, quadrato dei lombi), induce un miglioramento dell’equilibrio muscolare globale tale per cui il rischio di mal allineamento rotuleo è ridotto.
Infine per ottenere i migliori risultati per il rientro all’attività sportiva, sarà necessario proporre al paziente con PFPS anche esercizi di propriocettività: ottimizzare la capacità di equilibrio e di gestione delle perturbazioni esterne, infatti, fa sì che l’arto inferiore sia più protetto da infortuni.
dr Martina Brachi