Studi e Ricerche

L’ipotermia nel podismo

Qualche anno fa ,al termine della maratona di Firenze completata sotto una pioggia battente e con una temperatura vicino allo 0 ho sperimentato di persona cosa vuol dire “ ipotermia “ : nonostante il telo termico e il veloce cambio di abito nelle tende predisposte dalla organizzazione sono rimasto per quasi mezzora in preda a brividi scuotenti , contratturemuscolari e crampi , oltre ad un quadro di malessere caratterizzato da tachicardia e tachipnea . In seguito ho saputo che molti altri runner anche di valore erano stati ricoverati in ospedale al termine della gara con i sintomi di ipotermia

Lo stesso è successo in occasione della Maratona di Lucca , dove il freddo improvviso per il periodo dell’anno ( ottobre) ha messo ko molti runner non ancora acclimatati al freddo

Tutto questo fa parte della “normalita’” per noi podisti : la sofferenza , la capacita’ di superare con la testa piu’ che con il fisico le difficolta’ sono elementi tipici di questo sport !

Ma…c’è un ma !!!

MI ha messo in crisi la tragica notizia che è arrivata dalla Maremontana Trail ,corsa dilettantistica della distanza di 47 km disputata nel savonese, con partenza dalla spiaggia di Loano e arrivo nel centro storico di Toirano , dove Paolo Ponzo, 41 anni, ex centrocampista del Modena e di diverse altre squadre, è morto in seguito a un malore mentre stava percorrendo il tratto su Monte Acuto, a 700 metri sul livello del mare forse per il freddo intenso

Oltretutto in questa tragica corsa c’ e' stata una vera e propria ecatombe di podisti : proprio per le condizioni meteorologiche, altri 19 atleti sono stati soccorsi per ipotermia e sono stati portati a valle con le ambulanze per problemi di congelamento

E pensare che gli organizzatori avevano gia’ ridotto il percorso perchè nel punto piu' alto della gara, a 1400 metri sul livello del mare, c'erano 120 cm. di neve. Nelle ore che precedevano il trail ha continuato a nevicare in quota e a piovere nei pressi della costa e cio’ nonostante hanno preso il via 350 runners di cui 120 nel trail lungo e 230 sul corto.

Sinceramente non credevo che in una gara con una organizzazione così capillare come la Maremontana si potesse verificare una caso mortale di Ipotermia

E allora credo sia opportuno fare un po’ di chiarezza su cosa è l’ipotermia e la sua relazione con il podismo

L'ipotermia o assideramento è una condizione clinica in cui la temperatura corporea di un individuo scende al di sotto di 35 C. A seconda della gravità si parla di ipotermia lieve quanto la temperatura è tra i 35 e i 32 gradi, ipotermia moderata quando è tra i 32 e i 26, ipotermia grave quando è tra i 26 e i 24 e ipotermia letale quando è inferiore ai 24 gradi.

Classicamente si distingue l’ ipotermia cronica, dove la temperatura scende in maniera graduale nel corso di un periodo di tempo lungo, e ipotermia acuta, che presuppone un calo immediato e brusco della temperatura, solitamente conseguenza di caduta in acqua gelata o della esposizione a temperatura ambientale decisamente bassa: è questa l’ipotermia più pericolosa per il runner ed è quella che si verifica nel caso di una gara podistica effettuata in condizioni climatiche estreme !

Altro modo di classificare le ipotermie è quello svizzero che si basa più sui sintomi clinici che sulla temperatura:

Classificazione

Manifestazioni cliniche Temperatura in C

Grado 1 Brivido, sensazione di freddo. Non alterazioni della coscienza. 35 - 32

Grado 2 Stato soporoso, nessun brivido. 32 - 28

Grado 3 Incoscienza, parametri vitali rilevabili. - 24

Grado 4Assenza di segni vitali. <24

Quali sono le modificazioni fisiopatologiche che interessano organi e sistemi del nostro corpo in condizioni di ipotermia ?

Sistema cardiocircolatorio

All’inzio la riduzione della temperatura induce tachicardia e vasocostrizione, che determinano un aumento dalla gittata cardiaca e un modesto rialzo della pressione arteriosa.

L’ ulteriore abbassamento della temperatura causa una progressivo rallentamento della Fc e a 28 C la frequenza è circa la metà della norma . Con il progredire dell’ipotermia la pressione arteriosa media si riduce, come si riduce la gittata cardiaca fino all’arresto in asistolia o in fibrillazione ventricolare (FV).Quasi sempre , in queste situazioni estreme , si assiste alla comparsa di tutti i tipi di aritmie atriali e ventricolari.

Sistema nervoso centrale

Inizialmente l’ipotermia determina un’attivazione dei neuroni, ma in seguito si verifica una riduzione del loro metabolismo e al di sotto dei 33 C l’EEG presenta alterazioni fino a diventare piatto sotto i 19-20 C.

Sul piano della coscienza, nell’ipotermia lieve vi è un iniziale stato di confusione e man mano che l’ipotermia si aggrava si passa a uno stato di apatia intervallato a stati di agitazione, fino ad arrivare alla progressiva perdita della coscienza, che è totale a temperature < 30 C

Apparato respiratorio

Quando la temperatura si abbassa il corpo reagisce con un aumento della frequenza respiratoria, ma quando la ipotermia si aggrava ulteriormente si assiste a una depressione dei centri respiratori e alla comparsa di ipersecrezione bronchiale

La grave ipotermia si associa a una progressiva ipoventilazione fino all’arresto respiratorio

Bilancio idrico.

L’ipotermia lieve dapprima determina un aumento della diuresi con perdita di acqua A temperature più basse, c’è un passaggio di liquidi dai vasi ai tessuti interstiziali con un’ulteriore riduzione del volume efficace circolante. Questa condizione di ipovolemia porta nel 40% dei pazienti a un’insufficienza renale

Meno frequenti sono le alterazioni elettrolitiche plasmatiche che riguardano il sodio,il k , il calcio e il magnesio, almeno fino a 25 C.

Alterazioni dell’equilibrio acido-base

Le alterazioni dell’equilibrio acido-base sono caratterizzate all’inizio da alcalosi respiratoria da iperventilazione e successivamente da acidosi respiratoria da ipoventilazione e da acidosi metabolica da iperlattacidemica conseguenza dei brividi

Alterazioni della coagulazione

I pazienti ipotermici sviluppano frequentemente disturbi della coagulazione e sanguinamento diffuso

Quali sono i segni clinici dell’ipotermia ?

Brividi nello stadio iniziale, difficoltà motoria, pelle secca e fredda, riduzione di frequenza cardiaca e frequenza respiratoria , forte sonnolenza e alterazioni dello stato di coscienza.

TERAPIA

Lo scopo della terapia è quello di cercare di riportare la temperatura corporea della vittima nei valori normali; questo però deve essere fatto senza richiamare il sangue fermo e gelido dalla periferia.

In caso di terapia di pronto soccorso

Cosa NON SI DEVE FARE?

In caso di ipotermia c’è un grosso rischio di aritmie cardiache per cui un improvviso flusso di sangue freddo proveniente dalla periferia, un riscaldamento corporeo rapido o altri classici stimoli aritmogeni potrebbero facilmente provocare improvvise alterazioni del ritmo anche fatali ( fibrillazione ventricolare )

Per questo NO a

Strofinare o massaggiare il paziente.( attenzione anche a togliere i vestiti bagnati o sudati:cautela, perché i movimenti bruschi possono indurre FV,)

Somministrare alcolici ( il famoso grappino !! l’alcool abbassa la temperatura del corpo)

Usare borse di acqua calda o fare al paziente un bagno caldo

Trattare geloni o parti in stato di congelamento

COSA SI DEVE FARE:

Prima di tutto chiamare il 118

Coprire il paziente con indumenti asciutti , avvolgerlo con coperte o metterlo in un sacco a pelo, coprire il capo con un cappello o qualcosa di caldo e asciutto

Se c è alterazione della coscienza muovere il pz con cautela per limitare l'afflusso di sangue freddo dagli arti verso il cuore

Portare la vittima in una zona riparata e calda

Fornirle cibo e bevande calde non alcoliche( liquidi caldi molto zuccherati per os e soluzione glucosata al 5% mista a soluzione fisiologica riscaldata a 38-40% per via venosa.)

Essere pronti a praticare la rianimazione cardiopolmonare

Se ci si trova da soli con la persona in ipotermia dividere il calore corporeo con la vittima, ponendosi insieme in un letto, o un sacco a pelo

Se la ventilazione è difficoltosa, dopo aver liberato le vie aeree, occorre ventilare il paziente con ossigeno, che dovrebbe essere caldo e umido per evitare un’ulteriore perdita di calore

Terapia intraospedaliera

In base alle condizioni cliniche si può decidere se praticare un riscaldamento passivo (ambiente caldo, coperte e teli isotermici che impediscono la dispersione del calore. Poiché attraverso il collo e la testa si ha una rilevante dispersione di calore, è importante che siano coperti)o un riscaldamento attivo. (È più efficace del riscaldamento passivo)

Il riscaldamento attivo può essere esterno (coperte riscaldate, borse di acqua calda a 40 attorno al collo, sotto le ascelle e in regione inguinale, con aria calda fatta passare all’interno di una intercapedine formata da due fogli sintetici ) o invasivo che prevede la somministrazione di fluidi caldi (fleboclisi di soluzione fisiologica riscaldata), lavaggi peritoneali con liquido riscaldato, o nei casi gravi al riscaldamento diretto del sangue attraverso macchine per la circolazione extracorporea

Cosa si puo’ fare per prevenire l’ipotermia ?

Sappiamo che una buona parte del calore corporeo si disperde attraverso la testa; quindi l'ipotermia si può prevenire con efficacia con un berretto o con un cappello di lana

Sappiamo che la sudorazione è un mezzo per abbassare al temperatura del corpo per questo I vestiti di cotone sono un rischio per l'ipotermia, perché se la persona che li indossa suda, l'umidità che evapora attraverso i vestiti può portare via molto calore.

È molto meglio usare vestiti in tessuti tecnici in grado di allontanare l'umidità dalla pelle.

Attenzione al vento perché è in grado di abbassare la temperatura corporea ben oltre la temperatura ambientale per la dispersione del calore corporeo che la ventilazione determina .

Dr Luca Magni