Studi e Ricerche

Medici e infermieri a rischio influenza !! Ma attenzione il picco è in agguato per tutti !

Secondo gli esperti della Società italiana di medicina generale (Simg), proprio in questi giorni, si raggiungerà il picco massimo dei contagi. Il numero degli italiani costretti a letto dall’influenza, infatti, continua a crescere: sono stati 379 mila nella scorsa settimana, per un totale, dall’inizio della stagione influenzale, di 1.650.000 e, stando alle previsioni, a fine stagione, il virus dell’influenza 2013 avrà messo a letto circa sei milioni di italiani. Ebbene stiamo raggiungendo il picco della malattia e se solo ora, spaventati, vorreste correre a vaccinarvi per cercare di evitarla sappiate che ormai è troppo tardi. Il vaccino non avrebbe il tempo di preparare le armi per combattere i batteri. Come fare? Per prima cosa è bene saperla distinguere.

Come riconoscerla? Come si fa a distinguere l’influenza dalle forme parainfluenzali? In effetti non è affatto facile; queste malattie si assomigliano e così pure il modo di curarle. I sintomi dell’influenza 2013 consistono soprattutto in febbre alta, dolori muscolari, mal di testa, nausea, diarrea e a volte anche in mal di gola e tosse insistente. In ogni caso, come spiegano gli esperti, non dobbiamo dimenticare che in questo periodo circolano anche dei virus parainfluenzali, che causano delle manifestazioni sintomatologiche simili.

In genere si tratta di patologie che colpiscono soprattutto le prime vie aeree, che includono il raffreddore e possono colpire anche le persone che hanno fatto ricorso al vaccino.

Altri disturbi sono la stanchezza, brividi, sudorazioni, malessere generalizzato e disturbi respiratori, che comprendono anche il naso chiuso.

La durata

La durata dell’influenza non comprende il periodo di incubazione, che varia da uno a quattro giorni. In genere si ha a che fare con i problemi causati dal virus fino ad un massimo di sette giorni per gli adulti e fino a dieci per i bambini.

Il disturbo stagionale è iniziato già a partire dall’autunno scorso e il picco massimo dell’epidemia è atteso per la metà di febbraio. Si calcola che già a partire dalla terza settimana di gennaio la media dei contagi è salita a 6,25 casi per mille rispetto ai 4,50 casi per mille dell’inizio del 2013. Gli esperti affermano che l’influenza 2013 è la più aggressiva degli ultimi anni.

Farmaci utili e soluzioni alternative. Anche se è sempre meglio consultare il proprio medico di base si può cercare di combattere un sintomo dopo l’altro e per ciascuno vi sono sia farmaci che prodotti naturali che possono giungere in aiuto. Per dare sollievo ai dolori muscolari o alla febbre è consigliabile assumere medicine a base di paracetamolo, per smettere di starnutire e asciugare il naso gocciolante e gli occhi lacrimosi occorre, invece, un antistaminico. Se il naso è chiuso bisognerà cercare un farmaco in grado di congestionarlo e gli spray e le gocce sembrano essere il rimedio più efficace, ma non vanno assunti per più di tre giorni. Avete pensato, poi, di fare lavaggi nasali con acqua di mare o termale? Gli infusi di radice di liquerizia hanno un effetto anestetico in grado di calmare la gola irritata e dare sollievo alla tosse mentre gli unguenti al mentolo e alla canfora hanno un effetto calmante e rinfrescante e possono aiutare alla decongestione e far respirare meglio soprattutto quando ci si è appena coricati, si vorrebbe dormire e non si riesce a respirare. Fondamentale è anche il riposo a letto perché permette all’organismo di concentrare tutte le energie e d indirizzarle per combattere il virus. L’ammalato dovrà, inoltre, sforzarsi di bere molto: acqua, spremute, the, tisane, centrifugati di verdura anche perché senza saperlo potrebbe aiutare le proprie difese immunitarie. Fra le bevande, però, ce ne sono alcune di molto particolari. I succhi di barbabietola e carota, ad esempio, aiutano a fluidificare le secrezioni e reintegrano i liquidi e i sali persi con la sudorazione; gli infusi di tiglio stimolano la sudorazione che fa calare la febbre.

MEDICI E INFERMIERI CATEGORIA A RISCHIO I ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center, convinti che gli operatori sanitari siano fra le categorie più esposte al contagio hanno scopeto che alcune persone malate d'influenza emettono nell'aria molto più virus di altre, nelle goccioline di saliva rilasciate tossendo, starnutendo o semplicemente respirando.. Inoltre è stato scoperto che il virus viene rilevato in maniera tangibile ed infettiva almeno sino a circa due metri dal letto dei malati.Lo studio è pubblicato nell'edizione online del Journal of Infectious Disease. «Il nostro studio fornisce nuove prove che la contagiosità può variare tra i pazienti con influenza, e pone dubbi sulle attuali conoscenze relative alla diffusione di questa malattia infettiva», dice Werner Bischoff, autore principale dello studio. «Sulla base dei nostri risultati, poi, i medici e gli infermieri» alle prese con i malati in ambienti chiusi, sono più esposti«. Dunque «potrebbero dover indossare una mascherina speciale, aderente e dotata di filtro, per la cura di routine dei pazienti con influenza, piuttosto che la semplice mascherina chirurgica attualmente raccomandata» per evitare il contagio.
LO STUDIO - Nello studio, 94 pazienti sono stati sottoposti a screening per sintomi influenzali, nella stagione 2010-2011. Tamponi nasali sono stati raccolti da ogni malato, mentre i ricercatori hanno analizzato anche campioni d'aria presa a varie distanze da ciascun paziente durante il trattamento di routine. Ebbene, 61 soggetti sono risultati positivi al virus influenzale e 26 hanno «liberato» il patogeno dell'influenza nell'aria della stanza. Ma non nello stesso modo: cinque influenzati hanno emesso fino a 32 volte più patogeni degli altri. Insomma, per ogni cinque untori, uno si è rivelato un super-untore, «in grado di diffondere elevate quantità di virus nell'ambiente», dice il ricercatore. «Inoltre i pazienti più contagiosi erano anche quelli che presentavano una maggiore gravità della malattia», aggiunge Bischoff. Gli studiosi hanno poi scoperto che le particelle che «ospitano» i patogeni si diffondono nell'aria, dove possono fluttuare per ore e percorrere distanze relativamente lunghe. Superando anche le «barriere fisiche»: le particelle virali più piccole possono facilmente penetrare nelle maschere protettive non aderenti.