Studi e Ricerche

La nuova frontiera del Doping , gli ORMONI PEPTIDICI

Ormoni Peptidici

Il GH è un ormone ipofisario che agisce a) direttamente sul metabolismo energetico (azione lipolitica sulle riserve di grasso) e proteico e b) indirettamente, (tramite l’IGF-1) sull’accrescimento corporale. Esistono molti sinonimi dell’Ormone della crescita (Growth Hormone - GH).

Il fattore di crescita insulino-simile di tipo I (IGF-1, o somatomedina C) è secreto a livello epatico in seguito a stimolazione indotta da GH e stimola le sintesi proteiche: specialmente nelle cartilagini d’accrescimento e nelle masse muscolari. La regolazione del GH è principalmente ottenuta dalla sua stessa presenza in circolo ed anche da quella del suo effettore periferico l’IGF-1. Così quando si ha un’alta concentrazione di queste sostanze in circolo, queste stesse inibiscono la secrezione ipofisaria di altro ormone GH.

Effetti sulla prestazione

L’uso del GH sembra essere in ascesa in questi ultimi anni. Già le Olimpiadi di Atlanta del 1996 furono infatti chiamate: “I Giochi del GH”. All’inizio del 1998, prima di una competizione, una nuotatrice Cinese fu trovata con 13 fiale di GH nascoste in un termos. In seguito la Polizia di Oslo fermò due Lituani con 3000 fiale di GH destinate al mercato nero e sufficienti per un mese di trattamento per 100 atleti. In seguito ai fatti descritti il CIO finanziò una ricerca, per il rilevamento del GH ai test antidoping, al St. Thomas’s Hospital di Londra con la partecipazione di una équipe internazionale di ricercatori, comprendenti anche l’italiano Prof. Luigi Saccà. Purtroppo, nonostante i risultati incoraggianti ottenuti da Peter H. Sönksen (il direttore della ricerca), il finanziamento venne sospeso. “Il finanziamento era di 5,000 di dollari”, ma “…il CIO ha deciso di non investire altro denaro per sviluppare il test” dichiarò Sönksen.

L’uso della sostanza resta quindi vietato, ma il CIO, a tutt’oggi, non ha ancora riconosciuto una metodica ufficiale per il suo riconoscimento nei controlli antidoping, ciò è, forse, una delle principali ragioni del suo diffondersi.

Gli effetti sulla prestazione sportiva possono essere suddivisi in due categorie: a breve ed a lungo termine.

Gli effetti a breve termine riguardano la mobilitazione dei grassi, attraverso la sua azione lipolitica, e la trasformazione di questi in acetil Co-A. Alte concentrazioni dell’ormone durante l’attività fisica potrebbero favore quindi un prolungamento del metabolismo glucidico (quindi una più rapida fonte di energia) rispetto a quello lipidico.

A lungo termine il GH riduce quindi il tessuto adiposo, che per l’atleta rappresenta peso inerte ed un ostacolo alla dispersione del calore, con evidente vantaggio del rapporto Peso/Potenza.Inoltre, le fibre muscolari hanno nuclei multipli (in realtà sono dei sincizi cellulari) che però hanno perso la capacità di dividersi (il muscolo è infatti un tessuto c.d. “perenne”, cicatrizza ma non può ricostituirsi). La necessità di mantenere il rapporto nucleo/citoplasma entro i limiti della funzionalità biochimica fisiologica fa si che, questo tessuto, raggiunto il massimo livello d’ipertrofia, arresti la sua crescita. I nuovi nuclei necessari per una ulteriore crescita possono allora essere donati da cellule satelliti alla fibrocellula stessa.

Tutto ciò sembra che avvenga soprattutto grazie all’azione dell’IGF-1 (la cui secrezione è indotta dal GH). L’effetto prevalente a lungo termine è quindi ricollegabile ad un’azione anabolica. Il GH può quindi essere assunto o per scopi immediati o per ricercare un’azione anabolica a lungo termine.

Rischi per la salute

L’eccessiva mobilitazione degli acidi grassi può provocare un loro accumulo ematico. Questa esagerata presenza di acidi nel sangue porta inevitabilmente all’acidosi metabolica, alla formazione di corpi chetonici (acetone, acido acetoacetico, acido ossibutirrico) e quindi alla acido-chetosi .

L’interazione con l’insulina si esplica anche nei confronti del metabolismo dei carboidrati. L’eccesso cronico di GH può quindi sortire anche un “effetto diabetogeno”; riducendo la disponibilità di glucosio rende quindi meno efficace l’azione dell’insulina, della quale provoca: prima l’ipersecrezione e poi, in fine l’insulinoresistenza (diabete resistente al trattamento con l’insulina).

La stimolazione anabolica alla crescita muscolare si esplica poi sulla muscolatura somatica così come sul muscolo cardiaco, tuttavia lo sviluppo di quest’ultimo sarà sproporzionato rispetto ai vasi sanguigni del territorio (coronarie) ed alle valvole cardiache. L’eccessiva stimolazione indotta dal GH porta quindi frequentemente a scompensi cardiaci o ad infarto.

Nei soggetti giovani, prima della fine della pubertà o della saldatura delle cartilagini d’accrescimento, l’eccessiva presenza del GH nel sangue porta al gigantismo . L’eccessiva secrezione (adenoma ipofisario) o la prolungata assunzione esogena (non terapeutica) dell’ormone, da parte di individui già adulti, si esplica, invece con l’acromegalia .

I rischi legati all’uso dell’IGF sono ancora oscuri (l’effetto sull’uomo non è ancora stata studiato in trias clinici coinvolgenti un adeguato numero di perone), anche se è ipotizzabile che una sua somministrazione esogena andrebbe ad inibire la secrezione di GH sia agendo direttamente sull’Ipofisi che agendo indirettamente sull’Ipotalamo.

ERITROPOIETINA

L’eritropietina è un fattore di crescita ormonale in grado d’indurre, nel midollo osseo, la differenziazione delle cellule staminali in nuovi Globuli Rossi (a. d. eritrociti od emazie).

L’obbiettivo del suo uso sarebbe, quindi, d’incrementare i globuli rossi per avere una maggiore capacità di trasporto dell’ossigeno, con tutti i vantaggi collegati ad un metabolismo aerobico più potente (ritardata formazione dell’acido lattico, prolungata resistenza ed efficienza del muscolo, ritardata sensazione di fatica, etc.). Tuttavia è conseguenziale che un abnorme aumento dei globuli rossi, provochi un pericoloso innalzamento della viscosità del sangue e con questo un potenziale rischio per la sofferenza delle cellule più periferiche o dell’intero organismo. Si potrebbero così verificare alterazioni della termoregolazione o della circolazione periferica: colpi di calore, in caso di climi caldi; trombi ed ischemie. Questi ultimi, in base alla loro entità od alla zona colpita, possono provocare, a loro volta: spasmi, dolore, infarti, ictus ed anche morte.

Non sono poi da sottovalutare altri effetti collaterali dovuti all’esagerato incremento dei globuli rossi nel sangue: eccessiva distruzione dei globuli rossi con emoglobinemia ed emoglobinuria (presenza di emoglobina nel sangue e nelle urine), ittero (dovuto all’eccessiva distruzione dei globuli rossi in eccesso – emolisi -), lesioni renali (i capillari renali, deputati al filtraggio del sangue per produrre urina, risultano particolarmente sensibili all’eccessiva densità del sangue).

ORMONI DI VARIA NATURA

Questo gruppo di sostanze è composto da ormoni di diversa origine e con diverse funzioni. Il termine ormone deriva dal greco (hormáo) ed il suo significato è “eccitare”. Queste sostanze hanno infatti la capacità d’eccitare il metabolismo verso direzioni diverse e specifiche per ogni singolo ormone. Ogni persona è caratterizzata, nel corso della sua vita, da un particolare equilibrio metabolico, questo rappresenta (in assenza di patologia) la migliore soluzione per quell’organismo. Tutte queste sostanze sono molto potenti nel riuscire a spostare il metabolismo e quindi possono alterare profondamente, ed a volte irreversibilmente, i meccanismi metabolici più profondi.

Gonadotropina corionica

La Gonadotropina corionica (Human Chorionic Gonadotropin - HCG) è chiamata anche “ormone della gravidanza” ed è proprio questo ormone che, infatti, viene ricercato nelle comuni analisi di laboratorio finalizzate alla diagnosi di gravidanza. Fisiologicamente è prodotta in quantità sensibili dal tessuto corionico della placenta e, durante la gravidanza, escreta (eliminata) con le urine.

La sua azione è analoga a quella dell’ormone Luteinizzante (LH): nell’uomo stimola quindi la produzione di testosterone, nelle donne, invece, induce la produzione di estrogeni e progesterone, quest’ultimo specie dopo l’ovulazione.

Effetti sulla prestazione

Poiché questo ormone è, ovviamente, tipico solo delle donne ed è liberato con le urine, dove è facilmente rintracciato, è chiaro che sia molto poco utilizzato dai maschi. Tuttavia, non mancano i casi in cui siano stati segnalati casi di positività nei controlli antidoping, anche nei confronti di atleti di sesso maschile. Dalle atlete donne può essere utilizzato per sfruttare le sue azioni stimolanti l’equilibrio estro-progestinico, il fine sarebbe quello di ricreare le note condizioni di aumento della forza e della resistenza, tipiche dello stato gravidico. Inoltre l’uso di questo ormone potrebbe ridurre gli effetti mascolinizzanti indotti dall’uso degli steroidi anabolizzanti androgeni.

Rischi per la salute

Gli effetti indesiderati prodotti dall’uso di questo ormone sono imputabili o all’ormone stesso o agli ormoni (testorenone per gli uomini ed estro-progesterone per le donne) da esso stimolati.

Gli effetti diretti possono essere sintetizzati in: alternanza di eccitazione, euforia e irritabilità, con irrequietezza e depressione, emicrania, ginecomastia nell’uomo, ascite anche doloroso, tromboembolie arteriose, pubertà precoce negli adolescenti. Nelle donne adulte si può avere ingrossamento ovarico con eventuali rotture di cisti ovariche che, a loro volta, possono provocare emoperitoneo .

a cura del Dott. Gianluigi Giovagnoli